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Durante la notte tra il 9 e il 10 marzo, a Strasburgo, i datacenter di OVH, una delle aziende principali in Europe che fornisce infrastrutture cloud, sono stati divorati da un incendio.

Il disastro ha avuto un enorme impatto su portali e servizi sia italiani che francesi di aziende e imprese di tutte le dimensioni, fino alle grandi istituzioni come quella del governo francese o il Centre Pompidou.

Fortunatamente non ci sono state vittime, ma tutta questa storia ci dimostra ancora una volta l’importanza del disaster recovery per un’azienda, grande o piccola che sia.

Cosa succede in questi casi?

Purtroppo può capitare che un evento naturale come un incendio metta fuori uso i server dove sono salvati i dati in cloud. Per evitare di perdere dati e per tornare operativi il più velocemente possibile bisogna attivare il piano di disaster recovery, come consigliato anche dal CEO di OVH Octave Kabla su Twitter.

Come decido quali servizi far ripartire per primi?

Nel pieno dell’emergenza non c’è tempo per decidere chi è incaricato di far ripartire cosa, bisogna stabilirlo a priori con una valutazione del rischio e i tempi di ripartenza a seguito di un blocco.

Questi tempi vanno definiti in base alla tua attività e alle tue esigenze lavorative. Un’azienda potrebbe accettare di aspettare una settimana per un telefono malfunzionante, ma se il tuo business ruota attorno a quello strumento allora l’impatto sarà enorme e dobbiamo farlo ripartire il più velocemente possibile in caso di blocco.

Come si definisce l’impatto sul business?

Quando si parla di impatto sul business dobbiamo tenere in conto che un servizio in blocco può determinare conseguenze non solo all’azienda che seguiamo, ma anche ai suoi clienti e fornitori. Ad esempio, se il gestionale si ferma è un problema per tutti. Al contrario, se si blocca il client backup è un problema, ma il lavoro può proseguire normalmente.